Parlare di violenza sulle donne, nel giorno contro la violenza sulle donne è facile: la rete propone donne fragili, abusate, ferite. Sicuramente una immagine così d’impatto cattura l’attenzione, cosa non facile di questi tempi.. ma poi?
Abituati come siamo a immagini forti ed estreme non capiamo a fondo l’universo di dolore che si può nascondere dietro a un livido. La corsa riparte, questa immagine così importante entra nell’archivio delle informazioni, toglie in un qualche modo gravità alla questione.
In questi giorni una donna italiana è partita per la stazione spaziale internazionale. Non credo che per Samantha sia stata una passeggiata: oltre alle difficoltà intellettuali, fisiche e mentali sicuramente ha dovuto fronteggiare anche le difficoltà legate al suo essere donna. Ma ora è lassù, ed è per questo che credo che il simbolo di questa giornata dovrebbe essere lei.
Per dare un esempio alle nuove generazioni, che possano puntare davvero alla luna; per dare coraggio alle donne “incastrate” nella routine, che possano ritrovare lo stimolo a non accontentarsi; per parlare di cambiamento alle donne maltrattate, che possano riflettere su quanto la forza di volontà di una donna possa fare la differenza.
Sicuramente la sensibilizzazione e l’aiuto per le vittime di violenza è prezioso, anzi fondamentale, ma riproporre immagini negative, di donne livide e maltrattate non è di aiuto. A nessuno. Ricorda incessantemente un passato difficile da chiudere quando paura e mancanza di possibilità le incatenano alla realtà. Parla solamente dell’ultimo atto di una tragedia sempre diversa ma in cui il finale non cambia mai.
Quando si tratta di violenza contro le donne, il 25 novembre non dovrebbe essere un passaggio, ma una sorta di capodanno: l’appuntamento fisso con un rinnovamento radicale. Che parla di coraggio, consapevolezza e soprattutto di una nuova educazione ai sentimenti e al valore inviolabile di ogni singola, unica persona.
Angela